Il termine spazi di relazione corrisponde all’organizzazione complessiva di ambienti, non solo fisici ma anche virtuali, nei quali l’attività lavorativa ha luogo.
Gli spazi di relazione si possono, quindi, definire come il risultato dell’interazione di componenti fisiche, esempio l’organizzazione degli spazi, componenti virtuali, come gli strumenti digitali utilizzati, e componenti relazionali, cioè le forme di interazione tra i protagonisti del processo lavorativo e imprenditoriale.
Il contesto attuale ha consolidato l’idea che può esistere un’effettiva possibilità di lavorare in un ambiente diverso da quello abituale, puntando su soluzioni innovative digital-oriented e un approccio human centered. Infatti, oggi le persone alla ricerca di una propria identità professionale si misurano con le direzioni del cambiamento sociale e tecnologico.
In questo contesto gli ecosistemi più fertili per l’innovazione sono gli spazi di relazione, sia fisici che virtuali, in quanto permettono di connettere persone e realtà diverse, di facilitare lo scambio di informazioni, di contaminare e elaborare idee.
Per favorire la dinamica d’innovazione, gli spazi di relazione devono essere funzionali, organizzati, ricchi di servizi ma al contempo strutturati per facilitare lo sviluppo di collaborazioni soddisfacenti.
Cambia, dunque, il concetto di ambiente lavorativo, non più austeri spazi in cui si produce, ma luoghi di ispirazione, di costruzione di un’identità professionale, di collaborazione. È stato dimostrato che esiste una relazione biunivoca che lega ambiente e dinamiche relazionali, riassumibile in due punti fondamentali: lo spazio di lavoro enfatizza le modalità di relazione attive tra le persone che lo vivono; le relazioni possono essere modificate attraverso interventi specifici sullo spazio.
Oggi, nella riprogettazione degli ambienti lavorativi se da una parte si pone attenzione al benessere della persona/lavoratore e alle condizioni di comfort in ambito lavorativo; dall’altra si sottolinea la necessità di spazi di relazione in grado di facilitare il lavoro di interazione, non solo attraverso mezzi digitali, ma anche attraverso la socialità e l’incontro diretto. Gli ambienti di lavoro diventano anche spazi di relazione altamente innovativi, in grado di comunicare e diffondere in maniera costante i core values dell’azienda e aumentare il senso di appartenenza dei lavoratori, diventando quindi una carta spendibile in termini di immagine e branding.
Gli spazi di relazione consolidano un nuovo modo di lavorare, non più il singolo lavoratore ma la comunità lavorante. Comunità che, grazie alle tecnologie, sono interconnesse tra loro e pronte a migliorare la collaborazione tra le persone.
Spazi di relazione, quindi, in grado di creare dei sistemi collaborativi, come ad esempio uno spazio di coworking che può contribuire a modificare l’approccio lavorativo e il limite stesso delle singole competenze, affermando un concetto di ufficio collaborativo e “aperto”. Chi ha vissuto questa esperienza afferma di avere avuto l’opportunità di sentirsi meno isolato, di avere ampliato la propria rete sociale a favore della produttività.
Nell’ambito del processo di transizione verso modi di lavorare più contemporanei, un altro aspetto da tenere in considerazione è che la generazione dei Millennials e, ancora di più, la generazione Z, considera molto sfumato il confine tra vita privata e vita professionale introducendo concetti fondamentali come quello dello smart working. Spesso sono proprio queste generazioni che preferiscono e richiedono spazi di lavoro flessibili con attrezzature digitali di altissimo livello.
Seguendo le nuove generazioni, il nuovo trend sta diventando l’ufficio virtuale che permette di fare interagire i lavoratori grazie a software che simulano lo spazio di lavoro fisico, di cui ancora molte persone sentono il bisogno. L’integrazione con i tool che facilitano la comunicazione è già avanzata.
Si tratta di tendenze e di approcci irreversibili che stanno cambiando il modo di lavorare, di relazionarsi e di interagire, ma come emerge da una ricerca della Ricoh all’Economist Intelligence Unit, ci sono ancora sfide e questioni da risolvere affinché l’ufficio diventi davvero uno spazio di relazione “aperto”.
A questo proposito occorre anche ricordare che “solo le organizzazioni capaci di evolvere possono sopravvivere ai cambiamenti”, pertanto anche i concetti di spazio e tempo devono adattarsi e cambiare: lo spazio, l’organizzazione e le strutture devono diventare flessibili e adattabili a esigenze in continuo mutamento, conservando tuttavia ognuna una propria identità che non le renda fragili. Seguendo il concetto di spazio di relazione Beetroot srl ha dato vita a una Community dedicando sia uno spazio virtuale, sia uno spazio fisico: la BeetCommunity. Si tratta di un network che fonda le proprie attività sul concetto di co-creazione, offrendo ai professionisti che abitano la community la possibilità di adottare un nuovo modello di lavoro basato sulla condivisione. In questo modo i professionisti possono mettere a sistema esperienze e competenze per costruire nuovi progetti e percorsi di business.
La BeetCommunity è anche nuovo concept del tempo, stay-work-share, una residenza condivisa attrezzata per coniugare tempi di lavoro e di vita. Un coliving per operatori diversificati culturali, creativi, imprenditori.
Se ti va di scoprire di più sulla BeetCommunity e i concetti di coliving e coworking, leggi gli articoli del nostro blog. Buona lettura!