Il caos aiuta la creatività, vari studi sembrano confermare questo binomio. Una recente ricerca dell'università del Minnesota, pubblicata sulla rivista Psycological Science, rivela, infatti, che se l'ordine facilita l'efficienza, il caos è il motore di creatività e innovazione, e questo concetto non vale solo per artisti e inventori.
Il caos crea disagio e disorientamento, ma lascia spazio alla creatività e alla crescita, basta guardare all’ attuale momento di incertezza generato dal Covid-19, per notare come la pandemia abbia generato molte attività basate sull’arte della reinvenzione. Questo ci fa capire come, in qualsiasi momento, eventi di natura economica, sociale o politica, possono creare caos. Per rispondere al caos e all’incertezza è necessario dare spazio alla creatività, per questo motivo le aziende devono abbandonare sistemi organizzativi rigidi e adottare strategie flessibili che diventano il supporto al cambiamento. Così Natalie Nixon, creativity strategist, spiega che “quando il quotidiano è pieno d’ incertezze, il finto comfort di un piano ben programmato non funziona più”.
Infatti, la creatività viene definita un sistema complesso attrezzato per rispondere alle situazioni incerte, in quanto è auto-organizzante, agisce senza il controllo da parte di una specifica entità e ha grande capacità di adattamento resa possibile dall’elaborazione di informazioni. Più specificamente, la creatività è un sistema caordico, cioè un sistema in grado di fondere caos e ordine, partendo dal principio che il caos è casualità e non anarchia e l’ordine è struttura e non controllo. Sono sistemi molto dinamici dove anche un minimo cambiamento può provocare conseguenze inimmaginabili.
Quindi, anche nell’organizzazione aziendale la creatività ha un ruolo importante, diventando la chiave della produttività. Non a caso, oggi, molti studi si concentrano nel trovare le migliori tecniche per lo sviluppo della creatività all’interno delle imprese. Per l’azienda, affrontare la complessità dei sistemi attraverso la creatività vuol dire: adottare una strategia caratterizzata da flessibilità e fondata su forti valori aziendali; avere una leadership efficace che assume un ruolo di “costruzione di contesto”, abbandonando il ruolo tradizionale di conduttore; avere un team responsabile del ruolo lavorativo, in grado di auto-regolarsi e prendere decisioni; definire una comunicazione aperta; creare partnership in grado di favorire l’adattabilità e l’apprendimento condiviso. Sul piano organizzativo si passa, quindi, da modelli gerarchici a modelli non gerarchici, dall’organizzazione all’auto-organizzazione.
Infatti, la complessità non può essere affrontarla centralmente, è necessario decentrare, quindi, puntare sulla partecipazione e sull’assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti che compongono l’azienda. Soprattutto serve contare su un’ intelligenza distribuita, inter-connessa, auto-motivata e auto-attivata. L’azienda in questo modo ha gli strumenti per affrontare i possibili periodi di emergenza, adattandosi ai cambiamenti imposti dal contesto, in quanto crea le condizioni per rivedere, in qualsiasi momento, la propria la propria strategia aziendale e per mantenere il valore della propria offerta al cliente.
Per le imprese, gestire l’incertezza vuol dire acquisire un metodo che porta ad un equilibrio dinamico, rimanendo sempre pronti a cambiarlo quando se ne presenta l’occasione per creare qualcosa di nuovo, innovativo. Per questo motivo oggi, diventa anacronistico legare il concetto di successo alla stabilità e all’ordine, è necessario accettare che proprio attraverso il giusto mix tra caos e ordine (orlo del caos) l’azienda è in grado di adattarsi al cambiamento e generare innovazione. A tal fine, oggi molte tecniche aziendali puntano a favorire la disorganizzazione creativa (orlo del caos) muovendosi su 3 direzioni: struttura organizzativa, stili direzionali e management.
Uno studio dell’Università di Udine ha individuato 7 elementi della teoria della complessità legandoli ai principi per le imprese:
La creatività in azienda quindi non è un bene superfluo, ma rappresenta una risorsa preziosa per agevolare i cambiamenti evolutivi che il contesto richiede. Concludendo possiamo affermare che oggi e nel futuro prossimo, le aziende destinate al successo sono quelle in grado di affrontare in modo proattivo il caos considerandolo un vantaggio sul mercato e in grado di aggiungere di continuo valore ai propri prodotti in risposta ai mutevoli desideri dei consumatori.
Einstein diceva “l’immaginazione è più importante della conoscenza” e, prima di lui, Kant sosteneva che “la creatività è il prodotto del confronto tra immaginazione e ragione.”