Il termine nomadi digitali, inquadra una specifica categoria di lavoratori composta da professionisti, imprenditori o, anche, da personale dipendente, generalmente di multinazionali o di organizzazioni non governative, che possono svolgere le loro prestazioni senza la presenza fisica in un luogo (nomade) e online (digitale).
Per questa tipologia di lavoratori si può anche trovare la distinzione in 2 categorie: nomade digitale, inteso come lavoratore autonomo; lavoratore da remoto, un dipendente che svolge le sue mansioni in smart working. Ma a parte queste sottili differenze quello che caratterizza questi lavoratori è la possibilità di spostarsi seguendo le proprie preferenze personali, le esigenze familiari ma, anche, i regimi fiscali favorevoli e le agevolazioni amministrative.
A fine 2022, si contano nel mondo 35 milioni di digital nomad, con un reddito pro-capite medio di 1.800 $ al mese (dati dell'Associazione Italiana Nomadi Digitali) a dimostrazione che, nel giro di un decennio, questo nuovo paradigma di lavoro è cresciuto in maniera esponenziale. A favorire questo cambiamento due fattori principali, lo sviluppo crescente delle tecnologie digitali, oggi quasi tutti i lavori usano il PC e qualsiasi tipologia di dato è accessibili ovunque attraverso il cloud; e il nomadismo digitale che diventa un vero e proprio stile di vita delle nuove generazioni, Millennial e Z. Secondo un sondaggio di FlexJobs, l'85% dei millennial dichiara di volere lavorare da remoto. In particolare, oggi disponiamo di strumenti digitali più avanzati che rendono il lavoro a distanza molto più semplice: piattaforme organizzative basate su cloud, come Trello e Asana, strumenti di comunicazione come Slack, software per videoconferenze più affidabili e Wi-Fi più veloce. E, per il futuro è previsto un ulteriore miglioramento attraverso la tecnologia 5G, la realtà virtuale, il 3D.
Con la tecnologia qualsiasi lavoro, in grado di essere svolto online e che non richiede una presenza fisica, diventa un’opportunità per il digital nomad. Già diverse piattaforme, come Remote.co, WeWorkRemotely.com, WorkingNomads.com, offrono lavoro da remoto. Allo stato attuale i settori più diffusi sono:
Le mete preferite dei digital nomad sono quelle che garantiscono un favorevole costo della vita, una tassazione agevolata e una buona qualità della vita. Si è partiti con mete del sud-est asiatico come Bali, Chang Mai e Bangkok ma oggi molti digital nomad hanno spostato le loro preferenze verso l’Europa. Ad esempio, le isole di Fuerteventura, Tenerife e Gran Canarie e in generale il Portogallo, oggi sono mete in grado di attrarre numerosi lavoratori da remoto, tanto che nell’isola di Madeira, è stato fondato il primo villaggio per nomadi digitali al mondo. Anche la città di Lisbona è diventata di recente un hotspot per nomadi digitali, grazie ai costi contenuti e alle bellezze naturali, così buona parte del suo afflusso turistico, soprattutto nelle bassa stagione, è dato proprio dai lavoratori da remoto. Rientra tra le mete preferite dei nomadi digitali, anche, l’Est Europa, città come Budapest, Sofia e Tallinn o paesini come Bansko sono molto apprezzate nella comunità di lavoratori da remoto. Sempre in Europa altre mete preferite sono Spagna, Malta, Grecia, Italia.
Molti governi considerano i nomadi digitali, lavoratori stranieri qualificati e per questo motivo ne hanno favorito l’ingresso attraverso l’istituzione di visti speciali. Seguendo l’esempio di paesi che accolgono già da tempo i nomadi digitali molti altri paesi si stanno adeguando come, ad esempio, paesi dell’America Latina, Brasile e Costa Rica.
Anche l’Italia ha preso in considerazione questa categoria di lavoratori con un recentissimo strumento, il Nomad Digital Visa (decreto attuativo 29 febbraio 2024), finalizzato a favorire l’ingresso e la permanenza di questa tipologia lavoratori spingendo, in questo modo, la competitività del nostro paese nel contesto lavorativo globale.
Quindi, un digital nomad (autonomo o dipendente) che sceglie come meta l’Italia per chiedere il Digital Nomad Visa deve rispettare i seguenti requisiti:
Il visto per i digital nomad ha una durata massima di un anno, rinnovabile di un altro anno se vengono mantenuti i requisiti necessari al primo rilascio e consente un regime fiscale speciale, che prevede una detassazione pari al 50% del reddito di lavoro dipendente o autonomo prodotto in Italia. E’ anche possibile il ricongiungimento familiare.
Se poi il digital nomad che ha scelto come meta l’Italia punta sulla Sicilia, avrà garantito, rispetto le altre regioni, moderato costo della vita, grande disponibilità di bellezze storiche, artistiche e naturali e la multiculturalità delle città siciliane. Inoltre, nella città di Palermo si trova il primo digital nomad hub in Italia, Beetcommunity, Coliving strutturato ad hoc per l’ospitalità dei lavoratori da remoto provenienti da tutte le parti del mondo.